Quando si assume una badante per l’assistenza agli anziani, la legge prevede che il rapporto di lavoro sia regolarizzato e che vengano versate tutte le tasse e i . Tuttavia, purtroppo, spesso si fa ricorso a lavoratrici in nero, senza alcun contratto e senza regolare retribuzione.
La pratica di una badante in nero può sembrare conveniente inizialmente, poiché si evitano i costi dei contributi e si paga una cifra inferiore rispetto alle tariffe di mercato. Tuttavia, bisogna considerare che questa pratica è illegale e comporta una serie di rischi sia per il datore di lavoro che per la badante stessa.
Andiamo ora a i costi di una liquidazione per una badante in nero. Innanzitutto, è necessario considerare l’arco temporale in cui si è svolto il lavoro senza regolare contratto. Supponiamo che si tratti di un periodo di un anno.
Il primo passo è calcolare il salario che sarebbe spettato alla badante se fosse stata regolarmente assunta. Per fare ciò, è possibile consultare i contratti collettivi di lavoro del settore o informarsi presso le associazioni di categoria. Supponiamo che il salario mensile medio per una badante sia di 1.200 euro.
Andiamo ora a calcolare i contributi che sarebbero stati dovuti per il periodo di lavoro in nero. I contributi previdenziali ammontano al 33% del salario lordo, mentre i contributi assistenziali all’11%. Quindi, considerando il salario mensile di 1.200 euro, si avranno 396 euro di contributi previdenziali e 132 euro di contributi assistenziali al mese.
Per calcolare i contributi totali per un anno, bisogna moltiplicare questi importi per 12, ottenendo così 4.752 euro di contributi previdenziali e 1.584 euro di contributi assistenziali.
Oltre ai contributi, bisogna tenere conto anche delle imposte che sarebbero state dovute. La badante avrebbe avuto una detrazione mensile di 500 euro per le spese di lavoro dipendente, mentre l’aliquota Irpef sarebbe stata applicata sul reddito restante.
Supponiamo che il reddito mensile ottenuto dalla badante in nero sia di 700 euro, dopo aver sottratto la detrazione. L’aliquota Irpef per questa fascia di reddito è del 23%. Quindi, mensilmente sarebbero state dovute 161 euro di Irpef.
Moltiplicando questo importo per 12 mesi, otteniamo un totale di 1.932 euro di Irpef per l’anno.
Infine, bisogna calcolare anche l’eventuale indennità di fine rapporto (TFR) che sarebbe spettata alla badante per l’anno lavorato. L’importo del TFR corrisponde al 6,91% del salario annuo. Quindi, nel nostro caso, si avranno circa 830 euro.
A questi costi bisogna poi aggiungere le sanzioni previste dalla legge per aver assunto una badante in nero, che possono variare a seconda delle circostanze.
In conclusione, calcolando tutti i costi, possiamo facilmente comprendere che assumere una badante in nero può sembrare conveniente inizialmente, ma nel lungo periodo comporta grandi rischi e costi economici. È sempre consigliabile il rapporto di lavoro, rispettando i diritti delle lavoratrici e rispettando le leggi vigenti.