La liquidazione può essere volontaria o coatta. Nel primo caso, l’iniziativa viene presa dallo stesso imprenditore, che ha intuito come la propria attività stia attraversando una fase di difficoltà insormontabile. Nel secondo caso, invece, la liquidazione viene imposta dal tribunale, in presenza di gravi problemi finanziari.
Durante la fase di liquidazione, l’azienda continua a svolgere la propria attività, ma i beni non vengono rinnovati, e sono anche esposti alla vendita per finanziare i debiti dell’azienda. Gli attivi vengono venduti al miglior offerente, che ha la possibilità di acquistare l’intero lotto a un prezzo vantaggioso. Nel caso in cui il prezzo di vendita dei beni non sia sufficiente a coprire i debiti dell’azienda, i creditori possono avanzare una richiesta di liquidazione forzata.
La liquidazione, come si può immaginare, ha effetti molto pesanti sull’attività, ma anche sui dipendenti. Tutti coloro che lavorano nell’azienda in questione perdono il lavoro, e spesso anche il loro diritto a un risarcimento. La liquidazione, tuttavia, può essere una scelta obbligata per evitare che l’azienda accumuli debiti sempre più pesanti, finendo per non poter più rimborsare i propri creditori.
Ma quali sono le conseguenze per i creditori dell’azienda in liquidazione? In presenza di un’azienda in liquidazione, i creditori sono in genere suddivisi in diverse categorie, in base alla natura dei debiti. I debiti verso i creditori privilegiati (ad esempio, i fornitori di beni e servizi) vengono pagati per primi, seguiti poi dai debiti verso i creditori chirografari (ad esempio, banche e finanziarie), e infine dai debiti verso gli azionisti e i creditori subordinati.
La liquidazione, quindi, garantisce ai creditori di avere la migliore possibilità di essere rimborsati, in base alla loro posizione nella scala dei creditori. Nel caso in cui i beni dell’azienda non siano sufficienti a coprire l’intero debito, i creditori perderanno parte del loro investimento.
In sintesi, la liquidazione è una procedura difficile e dolorosa, ma spesso necessaria per porre fine a un’attività che non è più in grado di onorare i propri debiti. I creditori hanno l’opportunità di ottenere un rimborso proporzionato alla loro posizione nella scala dei creditori, ma in molti casi dovranno accettare una perdita parziale o totale del loro investimento. Quando si avvolge un’attività in liquidazione, sia i proprietari che i creditori preferirebbero non essersi mai trovati in quell’angolo buio iniziale, ma a volte accade e la soluzione migliore è quella di affrontarlo con cognizione di causa, prudenza e soprattutto il supporto di professionisti.