La trama del romanzo è incentrata sulla vita di Dorian Gray, un giovane uomo dall’eleganza disarmante, ammirato da tutti quelli che lo conoscono. La sua bellezza è paragonata all’arte, e dunque, è naturale per lui amare l’estetica. Una sera, durante una conversazione con il pittore Basil Hallward, Dorian si ammira in uno dei suoi ritratti e, desiderando di essere sempre così giovane e bello, formula un desiderio che cambierà la sua vita così come quella degli altri personaggi.
Hallward dipinge, infatti, un ritratto di Dorian, e l’opera diventa una sorta di icona dell’anima del giovane, rappresentando anche tutti gli orrori e le brutture della sua vita. Dorian, all’improvviso colpito da questa visione, desidera più di ogni altra cosa che non sia lui stesso ad invecchiare, ma l’immagine del ritratto. Il suo desiderio si avvera. Il ritratto diventa sempre più brutto e disumano, mentre il suo proprietario rimane giovane e bello. Ma il prezzo da pagare per questo privilegio è l’immoralità e la malvagità. Dorian, infatti, diventa sempre più corrotto, e ciascun vizio e misfatto che commette si riflette sul ritratto.
Il romanzo è un’incredibile analisi psicologica del giovane Dorian Gray. Wilde critica la società vittoriana, che diventa il simbolo delle narrazioni di coraggio e creatività dell’autore. Il protagonista, infatti, rappresenta l’icona della società corrotta dove la bellezza, l’ascetica e l’estetica sono il centro del potere. Con un linguaggio diretto e un approccio che sfida la morale tradizionale, Wilde riesce a portare alla luce l’omicidio, la droga e lo scioperato divertimento della classe alta senza esserne moralista.
In particolare, è interessante la riflessione sulla natura umana, dove l’amore per la bellezza e l’arte si mescola con il desiderio di potere, egocentrismo e l’incapacità di vedere oltre se stessi. Grazie alla sua narrazione che si muove lungo una dimensione temporale continua e il reticolato di rimandi metafisici, “Il ritratto di Dorian Gray” è una meditazione amara, sferzante e conturbante sulla vita e sulla morte, sulla cultura e sulle priorità dell’uomo, dove l’unico personaggio che non fa parte dell’essere corrotto della società è Basil Hallward.
In definitiva, “Il ritratto di Dorian Gray” è un romanzo che, più che il racconto di una storia, si configura come un interessante esperimento di rovesciamento dei canoni letterari dell’epoca. Wilde riesce, infatti, a creare un capolavoro satirico e ironico al tempo stesso, dove la rappresentazione di un mondo corrotto e ipocrita è il vero protagonista. Un romanzo che, a distanza di anni, continua a catturare l’attenzione dei lettori, mettendo in luce la fragilità dell’uomo e la ricerca costante di una bellezza illusoria.