Durante l’infezione da tubercolosi, il batterio entra nel corpo e si deposita nei polmoni, dando origine alla formazione di tubercoli. Questi tubercoli vengono identificati dal sistema immunitario che, in risposta, attiva la cascata infiammatoria. I granulociti, in particolare i e gli , vengono reclutati sul sito dell’infezione per eliminare il batterio.
Tuttavia, la situazione si complica in quanto il Mycobacterium tuberculosis è in grado di evadere la risposta immunitaria e di colonizzare i granulociti stessi. Questa abilità di sopravvivenza nel contesto dei granulociti si deve soprattutto alla sua parete cellulare ricca di lipidi. Infatti, i batteri veri e propri riescono ad alterare il normale funzionamento dei granulociti, impedendo loro di uccidere il batterio e di svolgere correttamente le loro funzioni di difesa.
Inoltre, il Mycobacterium tuberculosis è in grado di resistere anche agli agenti di ossidazione prodotti dai granulociti nel tentativo di ucciderlo. Questo rende la tubercolosi una malattia cronica in cui il paziente rimane colpito per lungo tempo, con periodi di remissione alternati a periodi di attività della malattia.
Da tempo, gli scienziati si stanno impegnando nella ricerca di nuove strategie per contrastare la tubercolosi e, in particolare, per sconfiggere la capacità del Mycobacterium tuberculosis di sopravvivere all’interno dei granulociti. Una delle strade più promettenti sembra essere l’uso di antibiotici che riescono ad agire all’interno dei granulociti stessi, combattendo direttamente i batteri ivi alloggiati.
Un altro approccio studiato è il coinvolgimento dei linfociti T, un’altra categoria di cellule immunitarie che, insieme ai granulociti, sono fondamentali nella difesa antitubercolare. I linfociti T sono in grado di riconoscere specifici antigeni derivanti dal Mycobacterium tuberculosis e di attivarsi per uccidere le cellule infette. Gli scienziati stanno lavorando per potenziare la risposta dei linfociti T, in modo che siano in grado di uccidere non solo le cellule infette, ma anche quelle all’interno dei granulociti.
In conclusione, il rapporto tra granulociti e tubercolosi è complesso e ancora non completamente compreso. Il Mycobacterium tuberculosis ha sviluppato meccanismi per eludere le difese dei granulociti, rendendo difficile il loro compito di eliminare il batterio. Tuttavia, la ricerca scientifica sta facendo progressi significativi nell’identificazione di nuove strategie terapeutiche che agiscono direttamente sui granulociti e coinvolgono altre cellule del sistema immunitario, come i linfociti T, nella lotta contro la tubercolosi. Speriamo che in futuro si possa sconfiggere definitivamente questa malattia.