“Glass Onion” è una canzone dei Beatles, scritta da John Lennon e contenuta nell’album bianco del 1968. Il brano è uno dei più interessanti e discussi dell’intera discografia del gruppo, in quanto presenta una serie di riferimenti criptici che hanno alimentato molte teorie sui significati nascosti nella sua scrittura.
Il titolo stesso, “Glass Onion”, si riferisce a una ciotola di vetro a forma di cipolla, utilizzata per contenere cibo in stile inglese. Lennon ha spiegato che l’idea gli venne durante una cena con Yoko Ono, quando vide una ciotola di questo tipo. La canzone inizia con la celebre frase “I told you about strawberry fields, you know the place where nothing is real”, che sembra riferirsi alla canzone precedente dell’album, “Strawberry Fields Forever”.
Il testo di “Glass Onion” presenta numerosi riferimenti ad altre canzoni dei Beatles, come “Lady Madonna”, “I Am the Walrus”, “Fixing a Hole” e “A Day in the Life”. Secondo alcuni interpreti, questi riferimenti sarebbero una sorta di messaggio cifrato rivolto ai fan del gruppo, mentre altri ritengono che Lennon abbia semplicemente voluto fare un gioco con il suo stesso repertorio.
Uno dei passi più controversi della canzone si trova nella strofa centrale, dove Lennon canta: “Here’s another place you can be, listen to me… / I told you about the fool on the hill, I tell you man he’s living there still”. Molti fan dei Beatles hanno visto in questi versi un riferimento al presunto legame tra Paul McCartney e il settore inglese dell’Intelligence Service, per cui McCartney sarebbe stato costretto a simulare la sua morte nel 1966 e sostituito da un sosia.
Lennon stesso avrebbe poi smentito quest’interpretazione in un’intervista del 1974 a Rolling Stone, dicendo che la frase “the Walrus was Paul” in “I Am the Walrus” era stata scritta solo per far irritare i critici della musica pop e che il passo di “Glass Onion” era “solo una balla”.
Nonostante ciò, la leggenda della “Beatles conspiracy” è tuttora oggetto di numerosi studi e teorie, alimentate anche dalle parole di altri artisti che hanno lavorato con il gruppo. In un’intervista del 1969, ad esempio, George Harrison avrebbe detto che “Glass Onion” era una canzone “per noi e per coloro che sanno di cosa stiamo parlando”.
La musica di “Glass Onion” è anch’essa molto intrigante e innovativa per l’epoca, con la sua combinazione di elementi acustici ed elettrici, la presenza di un’orchestra d’archi e di una batteria suonata da Ringo Starr con una vibraphone. La produzione spregiudicata e il tono irriverente dei testi la rendono una delle canzoni più rappresentative dell’atteggiamento anticonformista dei Beatles del periodo.
In definitiva, “Glass Onion” è una canzone che continua a suscitare molte domande e interpretazioni, tanto che alcuni critici la considerano addirittura come la prima canzone “post-moderna” della musica pop. Sia che si tratti di un gioco di parole o di un messaggio criptico, la canzone dei Beatles rappresenta una sfida alla tradizionale concezione della canzone popolare come veicolo di divertimento innocuo, spingendo il pubblico ad una maggiore consapevolezza e attenzione alla complessità dei testi e dei suoni della musica.