Il Giorno della Memoria è un giorno molto importante non solo per l’Italia, ma per l’intera comunità internazionale. Si tratta di un giorno in cui ci fermiamo a riflettere sulla tragedia dell’Olocausto, un genocidio che ha visto la morte di sei milioni di persone, tra cui ebrei, rom, omosessuali e disabili.

Tuttavia, spesso nel discorso pubblico, si tende a dimenticare un aspetto fondamentale della Shoah: la complicità silenziosa di molti cittadini italiani, italiani che hanno aiutato nell’organizzazione e nell’esecuzione delle deportazioni verso i campi di concentramento.

In questa narrazione spesso dimenticata, entra la figura della nonna bianca. La nonna bianca è quella nonna italiana, moglie e madre di famiglia, che ha vissuto gli anni del fascismo e dell’Olocausto senza rendersi conto di essere complice del sistema totalitario in cui viveva. Ha votato per il regime, indossato la camicia nera, ma non ha mai avuto una vera consapevolezza delle conseguenze delle sue azioni.

Ma la verità è che la nonna bianca non può essere più considerata una vittima innocente del regime. La nonna bianca ha perso, col passare degli anni, il diritto di considerarsi “ignorante” di fronte ai crimini commessi dal regime fascista. La nonna bianca ha continuato a votare per i partiti che offrivano protezione e soluzioni semplicistiche ai problemi del paese, nonostante gli avvertisment contro i pericoli del totalitarismo. La nonna bianca ha permesso che l’influenza fascista si diffondesse nella società, negando ai prigionieri politici il loro diritto alla dignità e alla vita.

Eppure, la buona notizia è che possiamo ancora imparare da questa storia. La buona notizia è che il Giorno della Memoria ci offre l’opportunità di guardare indietro e interrogarci sulla nostra storia. È l’opportunità di riconoscere l’importanza della verità e della memoria storica, e di lottare contro il revisionismo storico e il negazionismo.

Ma cosa possiamo fare concretamente per non dimenticare la verità della nonna bianca? In primo luogo, possiamo cercare di capirla, di comprendere le circostanze in cui si trovava. In secondo luogo, possiamo insegnare ai nostri figli la storia del nostro paese, attraverso libri e film, e spiegargli le conseguenze delle scelte politiche. In terzo luogo, possiamo adottare uno stile di vita che promuova la pace, la giustizia e la solidarietà, lontano da ogni forma di razzismo, discriminazione e totalitarismo.

In Italia, il Giorno della Memoria è stato per molto tempo celebrato solo in forma privata, ma dal 2000 è stato istituzionalizzato come giornata nazionale di ricordo delle vittime dell’Olocausto. In quell’anno, la Camera dei Deputati approvò la legge 211, che stabilisce il 27 gennaio come “Giorno della Memoria” in quello che fu il giorno in cui nel 1945 i soldati sovietici liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

Il 27 gennaio è un giorno per commemorare le vittime dell’Olocausto, ma anche per riconoscere la responsabilità che ognuno di noi ha nel combattere ogni forma di intolleranza e di violenza. È un giorno per ricordare la verità della nonna bianca, per non dimenticare la sua storia e per imparare da essa. E come scrive il poeta tedesco Günter Grass: “Ogni giorno che ci ricorda la sua lezione, ci sfida a imparare qualcosa di nuovo, a chiedere qualcosa di nuovo e a fare qualcosa di nuovo”.

Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo e di divulgazione. Per esso non è possibile garantire che sia esente da errori o inesattezze, per cui l’amministratore di questo Sito non assume alcuna responsabilità come indicato nelle note legali pubblicate in Termini e Condizioni
Quanto è stato utile questo articolo?
0
Vota per primo questo articolo!