Gianni Letta è uno dei personaggi più noti e influenti della politica italiana contemporanea. Nato a Milano nel 1935, ha cominciato la carriera politica negli anni ’70 come collaboratore di Giulio Andreotti, che lo ha voluto nel suo staff come uomo di fiducia e braccio destro.

Dopo diverse esperienze come sottosegretario e deputato, Letta è stato nominato vicepresidente della Rai nel 1994, dove ha lavorato per sei anni al fianco di Antonio Martino e poi di Roberto Zaccaria. Nel 2000, con l’arrivo al governo di Silvio Berlusconi, è diventato sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla comunicazione.

Ma è sotto la seconda presidenza di Berlusconi che Letta raggiunge la massima visibilità. Nel 2008, infatti, viene nominato sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti e all’intelligence. È in questo ruolo che si fa conoscere dal grande pubblico, grazie anche alla sua partecipazione alle riunioni del Comitato di sicurezza nazionale e al controllo diretto dei principali servizi segreti italiani, tra cui l’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna) e il Sisde (Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica).

Ma Letta non è un semplice burocrate. La sua personalità complessa e sfuggente, unita alla grande cultura e all’attenzione per i dettagli, lo rendono uno degli uomini più temuti e rispettati della politica italiana. Nonostante le simpatie dichiarate per il mondo cattolico e le frequentazioni aristocratiche, infatti, è in grado di muoversi con agilità tra i vari schieramenti politici e di gestire con grande abilità i rapporti con le principali istituzioni italiane.

Proprio per queste ragioni, nel 2011, con la caduta del governo Berlusconi e l’arrivo di Mario Monti al potere, Letta viene chiamato a far parte del suo staff come consigliere speciale per la comunicazione e le relazioni esterne. In questo ruolo, si occupa di mantenere i rapporti con i principali partner europei, di gestire le relazioni con la stampa internazionale e di negoziare con i principali gruppi di potere in Italia, tra cui Confindustria e la Cgil.

Ma la vera consacrazione arriva nel 2013, con la nomina a sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai rapporti con il Parlamento e alla riforma della Pubblica amministrazione. In questo ruolo difficile e delicato, Letta dimostra ancora una volta le sue doti di grande stratega politico, riuscendo a gestire con successo le crisi più gravi del governo Renzi e a garantire l’approvazione delle principali leggi di riforma.

E’ quindi giusto sottolineare come Gianni Letta sia una figura politica di primo piano nella storia italiana contemporanea. Uomo di grande cultura, di grande intelligenza e di grande capacità di lavoro, è stato capace di muoversi tra i vari schieramenti politici e di essere un punto di riferimento costante per molte istituzioni del nostro paese. Un esempio per le nuove generazioni, ma anche un chiaro segnale del fatto che la politica italiana ancora oggi nasconde al suo interno personaggi di rara abilità e di grande levatura morale.

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