Nato a Bari nel 1958, Gianni Alemanno si è trasferito a Roma negli anni ’70 per studiare all’università. La sua carriera politica è iniziata negli anni ’80 quando ha aderito al Movimento Sociale Italiano (MSI), un partito di estrema destra. Negli anni successivi è diventato un membro di spicco del MSI, fino a diventare anche deputato europeo.
La svolta nella vita politica di Alemanno è avvenuta nel 1995, quando ha aderito ad Alleanza Nazionale, l’erede del MSI. Con questa nuova formazione, è stato eletto parlamentare e ha ricoperto diverse cariche politiche di rilievo, tra cui quella di Ministro per l’Agricoltura nel secondo governo Berlusconi.
Nel 2008, Alemanno si è candidato a sindaco di Roma con il supporto del Popolo della Libertà, coalizione di centro-destra guidata da Silvio Berlusconi. La sua campagna elettorale è stata incentrata principalmente sulla promessa di migliorare la sicurezza urbana e la gestione dei rifiuti nella città eterna. Ha anche sostenuto politiche anti-immigrazione che hanno suscitato polemiche e divisioni nella società romana.
Una volta eletto, Alemanno ha implementato diverse politiche per attuare le sue promesse elettorali. Ha istituito le pattuglie di polizia municipale, noti come “Angeli della sicurezza”, per aumentare il controllo nelle strade e ha incrementato la presenza di telecamere di sorveglianza in tutta la città. Tuttavia, alcune delle sue iniziative hanno suscitato forte critica, come l’installazione di una recinzione intorno ai quartieri rom di nomadi e Rom di Tor de’Cenci, considerata dalla maggior parte come discriminante e segregazionista.
Altro obiettivo di Alemanno era migliorare la gestione dei rifiuti nella città. Ha introdotto il sistema del “Porta a porta”, attraverso il quale i cittadini dovevano separare e consegnare i rifiuti riciclabili a specifici centri di raccolta. Sebbene questa politica abbia portato a un aumento del riciclaggio, ha anche creato problemi di organizzazione e accumulo di rifiuti nelle strade, suscitando l’ira dei residenti.
Durante il suo mandato, Gianni Alemanno ha anche lavorato per migliorare le infrastrutture della città. Ha investito nella riqualificazione di piazze e parchi e ha lanciato importanti progetti urbanistici, come la riqualificazione delle aree degli ex depositi Atac a Ostiense. Allo stesso tempo, ha ricevuto critiche per un presunto uso improprio dei fondi pubblici e per la mancanza di trasparenza nella gestione delle risorse finanziarie.
Al termine del suo mandato nel 2013, Alemanno ha lasciato la carica di sindaco ed è tornato ad occuparsi di politica nazionale. Nonostante le sue controversie e le critiche ricevute, Alemanno ha lasciato una traccia nella storia di Roma come sindaco che ha cercato di migliorare la sicurezza e l’organizzazione della città.
In conclusione, Gianni Alemanno è stato eletto sindaco di Roma nel 2008 con un programma politico incentrato sulla sicurezza urbana e la gestione dei rifiuti. Durante il suo mandato, ha introdotto politiche per attuare queste promesse, ma il suo operato è stato oggetto di forti critiche e controversie. Nonostante tutto, Alemanno ha lasciato il segno nella storia di Roma come sindaco che ha cercato di promuovere il benessere e lo sviluppo della città.