Tutto è iniziato nel 1956, quando è stato deciso di costruire la diga del Vajont nell’area delle Alpi Orientali, in prossimità della città di Longarone. L’obiettivo della diga era quello di contenere l’acqua di un fiume vicino, il Monte Toc, per generare energia tramite una centrale idroelettrica. Tuttavia, durante la costruzione non sono stati presi in considerazione i possibili rischi legati alla posizione della diga, in quanto si trovava su una zona altamente sismica.
Nel 1960, la diga fu completata e iniziò ad essere utilizzata per la produzione di energia idroelettrica. Durante i primi anni di utilizzo, la diga subì alcuni problemi tecnici minori, ma nessuno di questi mise in dubbio la sicurezza della stessa. Tuttavia, nel corso degli anni, alcuni geologi e esperti si resero conto che la diga potrebbe essere in pericolo a causa della sua posizione in una zona sismica.
Nonostante questi avvertimenti, la direzione dell’energia elettrica italiana ritenne che la diga fosse sicura e che il rischio era minimo. La diga fu quindi utilizzata per generare energia elettrica per alcuni anni senza problemi. Tuttavia, il 9 ottobre 1963, durante un periodo di pioggia intensa, una parte del terreno vicino alla diga del Vajont cedette. Questo provocò una frana che scivolò nella diga, creando un’onda di marea che raggiunse un’altezza di oltre 260 metri.
L’onda di marea provocò la morte di oltre 2000 persone, la maggior parte delle quali viveva nella città di Longarone. Le conseguenze dello schianto furono incredibili, riducendo in macerie l’intero territorio che venne bombardato dall’acqua.
Dopo questo disastro, il governo italiano impose rigorose regolamentazioni sulla costruzione e sull’utilizzo delle dighe. Questo evento ha insegnato agli italiani l’importanza della prevenzione e della valutazione dei rischi quando si effettuano grandi opere come le dighe. Nonostante le regole imposte, un altro enorme disastro simile non avvenne in Italia, scongiurando ulteriori perdite umane.
Il Disastro del Vajont è stato una delle più grandi tragedie nella storia dell’Italia, che ha causato perdite immense dal punto di vista umano e ambientale. Questo evento ha portato all’adozione di una regolamentazione più rigorosa per la costruzione e l’utilizzo delle dighe, e ha permesso di aumentare la consapevolezza sulle possibili conseguenze del mancato rispetto delle valutazioni e delle normative. Una tragedia che ci invita ad apprezzare l’importanza del rispetto della natura e della sua potenza distruttiva.