Quando un sommelier degusta un vino, inizia con l’osservazione visiva. Questo primo passaggio gli consente di valutare il colore del vino, la sua brillantezza e la sua nitidezza. Il colore può fornire indizi sullo stadio di maturazione del vino e sulla sua varietà. Ad esempio, un vino rosso intenso potrebbe suggerire una maggiore presenza di tannini, mentre un vino bianco brillante e dorato potrebbe indicare che è stato invecchiato in legno.
Dopo aver valutato l’aspetto del vino, il sommelier passa all’olfatto, che è uno dei sensi più importanti nella degustazione. A differenza degli essere umani, la lingua di un sommelier è in grado di percepire molti più sentori rispetto a quella di una persona comune. Questa abilità sensoriale gli consente di cogliere gli aromi del vino in modo più nitido e complesso.
I sommelier identificano un’ampia varietà di aromi nel vino, che possono includere note di frutta, come ciliegia o limone, oppure sentori di fiori, spezie, legno, cioccolato o tabacco. Questi aromi sono il risultato di diversi fattori come il terreno in cui crescono le viti, il clima della regione, il metodo di produzione e l’invecchiamento.
Dopo aver apprezzato gli aromi, il sommelier passa alla degustazione vera e propria. Questo è il momento in cui il vino entra in contatto con la lingua e i recettori gustativi. Il palato di un sommelier è particolarmente allenato per rilevare quattro sapori fondamentali: dolce, salato, acido e amaro.
I sommelier cercano di percepire l’equilibrio tra questi sapori nel vino. Ad esempio, un vino troppo dolce potrebbe indicare che l’uva non è stata abbastanza matura o che è stato aggiunto zucchero durante la fermentazione. Un vino troppo amaro, invece, potrebbe suggerire un’eccessiva presenza di tannini, che derivano principalmente dalla buccia dell’uva.
Non solo i sommelier valutano il sapore del vino, ma anche la sua struttura e la sua persistenza in bocca. La struttura si riferisce alla sensazione di corpo e tannini che si avvertono durante la degustazione. Un vino può essere leggero, medio o pieno corpo, a seconda della sua consistenza in bocca. La persistenza, invece, si riferisce alla durata del sapore del vino dopo averlo deglutito. Un vino con una lunga persistenza è considerato di alta qualità e ben strutturato.
Infine, per i sommelier è importante valutare la sensazione di freschezza che il vino lascia in bocca. Questo è un indicatore della sua acidità, che può variare a seconda del clima di provenienza e dell’annata. Un vino fresco ed equilibrato è considerato più armonioso e piacevole da bere.
In conclusione, i sommelier sono in grado di cogliere e apprezzare una vasta gamma di caratteristiche nel vino, dalle note aromatiche, al sapore, alla struttura e alla persistenza. Grazie alla loro esperienza e alla profonda conoscenza dei vitigni e delle regioni vinicole, i sommelier sono in grado di consigliare e abbinare i vini in modo mirato per arricchire l’esperienza di ogni consumatore.