Innanzitutto, è importante capire che l’abbreviazione di gentilissimi è un’opzione che deve essere utilizzata solo in alcuni contesti. L’abbreviazione può essere usata in scritti formali, come lettere di affari, e-mail e sostanzialmente ogni tipo di documentazione che richieda una certa formalità. Tuttavia, questo non è sempre necessario o desiderabile.
In alcuni casi, l’abbreviazione “Gent.mi” può risultare utile nelle interazioni rapide con colleghi o conoscenti, ma sarebbe sconveniente utilizzare l’abbreviazione in scritti formali come lettere o e-mail in quanto verrebbe percepita come un segno di poca attenzione.
Quindi, come si scrive “gentilissimi” in forma abbreviata?
“gentilissimi” può essere abbreviato come “Gent.ma” per rivolgersi a una lettrice e “Gent.mi” per rivolgersi ai lettori maschi. Queste abbreviazioni derivano dall’uso della parola “gentile”, come forma abbreviata di “gentilissimo”. Il motivo per cui si usano abbreviazioni diverse a seconda del destinatario è che gentile originariamente si riferiva quasi esclusivamente ai maschi e per riferirsi alle donne come gentili, in passato, era più comune usare una forma femminile.
Va detto che anche se l’abbreviazione è comunemente usata, in alcuni casi potrebbe essere più appropriato non utilizzarla, come quando ci si rivolge a un pubblico più vasto o quando si vuole dimostrare maggior rispetto al destinatario del messaggio.
In sintesi, “Gent.ma” e “Gent.mi” sono le abbreviazioni corrette di “gentilissimi”. Tuttavia, l’uso di abbreviazioni dovrebbe essere fatto con cautela, soprattutto in contesti formali. Quando si scrive un messaggio importante, è sempre consigliabile usare la versione estesa del saluto come “Gentilissimo/a Signor/a” per fare una migliore impressione.
In conclusione, le abbreviazioni come “Gent.ma” e “Gent.mi” sono utili per scrivere in modo più sbrigativo, ma vanno utilizzate con attenzione. La scelta di usare o meno queste abbreviazioni dipende dal contesto e dal livello di formalità richiesto dal messaggio. Se si vuole evitare accomunabili equivoci, è sempre meglio usare la versione estesa della parola; quando siamo in dubbio è sufficiente osservare il pubblico a cui ci sta rivolgendo e decidere in base a quello.