La società dell’antica Mesopotamia era suddivisa in diverse classi sociali, ognuna con i propri diritti, doveri e privilegi distinti. Questo sistema di stratificazione sociale era basato principalmente sulla ricchezza, sulla professione e sullo status familiare.

Alla sommità della società c’ il re e la sua famiglia. Il re, considerato il rappresentante degli dei sulla Terra, aveva il potere discendente direttamente dalla divinità e governava l’intera regione. Egli era il comandante delle forze armate, il capo del sistema giudiziario e il supervisore delle attività religiose. La sua famiglia era considerata sacra e aveva numerosi privilegi e vantaggi rispetto al resto della popolazione.

La classe sacerdotale occupava una posizione di grande importanza nella società babilonese. Essi svolgevano funzioni religiose, come officiare i rituali e interpretare i sogni degli dei. I sacerdoti erano spesso scelti da famiglie nobili e avevano un forte potere politico ed economico. Possedevano terre e finanziamenti dati loro con donazioni religiose e avevano il controllo sulle scuole e sulla formazione dei successivi sacerdoti.

Subito sotto i sacerdoti c’erano gli scribi, che avevano il compito di scrivere e interpretare i testi, mantenere registri e svolgere il contabile. L’alfabetizzazione era ancora un privilegio in questa società, ed era riservato principalmente agli scribi e alle classi elevate. Essi ebbero un ruolo chiave nella comunicazione tra il popolo e il governo, erano importanti funzionari amministrativi e sono considerati precursori delle professioni legali.

Segue nella scala sociale la classe dei mercanti e contadini. In questa categoria troviamo coloro che si occupavano di commercio, agricoltura e artigianato. Erano considerati i cittadini più comuni e la maggioranza della popolazione apparteneva a questa classe. I mercanti erano tra le persone più ricche della società e possedevano grandi quantità di terre, bestiame e risorse. I contadini, invece, lavoravano la terra e producevano generi alimentari per l’intera popolazione.

Infine, nella base della piramide sociale, c’erano gli schiavi. Gli schiavi erano considerati proprietà e venivano venduti come forza lavoro. Potevano essere schiavi per debiti o prigionieri di guerra. Gli schiavi erano privi di diritti e privati della libertà personale.

La società babilonese era anche caratterizzata da notevoli disuguaglianze di genere. Gli uomini avevano una posizione imperativa nella società, mentre le donne avevano un ruolo di subordinazione. La donna era generalmente confinata alla gestione del focolare domestico, mentre gli uomini pagavano un prezzo per sposarsi e potevano avere più di una moglie.

In conclusione, la società babilonese era complessa e stratificata, con una chiara gerarchia sociale. Il re e la sua famiglia occupavano la posizione più elevata, seguiti dai sacerdoti, dagli scribi, dai mercanti e contadini e, infine, dagli schiavi. Questo sistema sociale era basato sulla posizione economica, sulla professione e sullo status familiare. Tuttavia, queste divisioni sociali erano anche fortemente influenzate dalle credenze religiose e dai valori culturali dell’epoca.

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