Riconoscere le scritture orientali come la cinese, la giapponese e la coreana può sembrare difficile a prima vista, dal momento che i caratteri sono diversi dalla scrittura occidentale. Tuttavia, con un po’ di pratica e conoscenza, è possibile imparare a distinguere tra queste tre scritture.

La prima cosa da osservare è la forma di base dei caratteri. La scrittura cinese ha una forma quadrata, con linee dritte e curve. Inoltre, i caratteri sono disposti in colonne, che si leggono dal margine destro della pagina verso sinistra. Invece, la scrittura giapponese ha una forma più rotonda e arrotondata, con linee curve e alcuni tratti orizzontali. I caratteri sono disposti in colonne, che si leggono dal margine destro della pagina verso sinistra, come la scrittura cinese. Infine, la scrittura coreana ha una forma più curva e fluida, con linee ondulate e tratti orizzontali e verticali. Invece dei caratteri singoli, i caratteri coreani sono formati da blocchi con tratti che rappresentano i suoni delle consonanti e delle vocali. I blocchi sono disposti in righe.

Un’altra cosa da considerare è il numero di tratti o “colpi” usati nei caratteri. In generale, i caratteri cinesi hanno più tratti rispetto ai caratteri giapponesi o coreani. Ciò è dovuto al fatto che la scrittura cinese ha un numero maggiore di caratteri, mentre la scrittura giapponese e coreana ne hanno meno. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni e trivialità che rendono questa regola relativa e con scarsa utilità pratica.

Inoltre, i caratteri cinesi sono spesso scritti in modo più “scolpito” e meno fluido rispetto alle scritture giapponesi e coreane. I tratti iniziano e terminano in modo più “secco” e i caratteri sono disposti in modo più regolare rispetto alle scritture giapponesi e coreane. La scrittura giapponese, d’altra parte, è spesso scritta in modo più fluido e “naturale”, con tratti che si sfumano l’uno nell’altro. La scrittura coreana ha una scrittura molto curva e fluida, con tratti ondulati e frecce simboliche che indicano la direzione della scrittura.

Inoltre, una buona indicazione della scrittura giapponese è la presenza di kana, una forma di scrittura fonetica giapponese che usa due set di caratteri, hiragana e katakana, rispetto all’uso esclusivo di Kanji a cui la scrittura ha più affinità per le radici culturali. I kana ha una forma più rotonda, e spesso sono usati in accompagnamento ai kanji all’interno della stessa frase.

Infine, la presenza di punteggiatura può anche aiutare a distinguere tra queste tre scritture. La punteggiatura cinese consiste in segni di interpunzione come la virgola, il punto e virgola, il punto e punto esclamativo. La punteggiatura giapponese, invece, usa spesso il punto esclamativo a inizio frase e un segno a forma di triangolo chiamato “maru” per indicare un sorriso o una esclamazione. Invece i caratteri coreani non hanno una punteggiatura separata da quella dell’audio parlato, ma prevedono dei segni all’interno delle stesse consonanti che indicano labializzazione ed aspirazione.

In definitiva, distinguere tra scritte in cinese, giapponese e coreano richiede un po’ di pratica ed esercizio. Tuttavia, osservando la forma di base dei caratteri, il numero di tratti e la fluidità della scrittura, insieme alla presenza o meno di kana o punteggiatura, è possibile imparare a riconoscere le differenze tra queste tre scritture orientali.

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