La narrazione si apre con il rapimento di Nick Brewer, interpretato da Adrian Grenier, un uomo che sembrava essere perfetto per la sua famiglia, ma che nascondeva anche segreti molto oscuri. Il rapimento diviene molto presto virale sui social media, diventando una sorta di macchina del fango che influisce sulla vita dei suoi parenti e dei suoi amici. Ad ogni episodio, il mistero si infittisce, lasciando il telespettatore completamente avvolto dallo svolgimento degli eventi.
La serie è un’accurata disamina del nostro rapporto con i social network, in cui si nasconde un mondo parallelo tutto da scoprire: la realtà digitale che si cela dietro ogni semplice clic, e che, in quanto tale, è molto perturbante. Tutto ciò che appare sui social network può essere facilmente manipolato dall’interno, attraverso un uso distorto dell’algoritmo dietro al clickbait, riuscendo, in tal modo, a condizionare il pubblico e a influenzare il suo modo di pensare.
La miniserie televisiva, dunque, ci mette in guardia dalle conseguenze spesso incontrollabili di un uso indiscriminato dei social network, offrendoci un’occasione per riflettere su come comportarci sui social, soprattutto con i contenuti che leggiamo e condividiamo, e su come regolare la nostra interazione digitale.
All’interno dei cinque episodi di Clickbait, spicca l’interpretazione di entrambi i protagonisti Adrian Grenier e testé Zoë Kazan, la sua sorella Pia Brewer, la cui vita subisce un rovesciamento a seguito della scomparsa del fratello. Altre interpretazioni notevoli vanno riconosciute a Betty Gabriel come l’investigatrice Roshan Amir e Christian White come il marito di Pia, Matt Aldin.
La serie non manca di colpire per la sua capacità di raccontare una storia che risulta essere molto reale, e che lascia il pubblico con un retrogusto amaro. Clickbait, infatti, è l’emblema di ciò che accade sul web: la verità è diffusa molto di rado, e spesso nascosta dietro un titolo ad effetto. La struttura narrativa della miniserie televesiva è arricchita di punto in bianco da retwist e colpi di scena, e non lascia mai spazio alla noia.
In conclusione Clickbait è una mini-serie che merita di essere vista, e il suo contenuto potrebbe offrire ai genitori una buona occasione per discutere con i propri figli sul modo in cui utilizzare i social network e sui pensieri critici che devono avere nei confronti di quello che i social network gli mostrano.
In definitiva, la miniserie televisiva Clickbait è una riflessione profonda sulla società e sulle conseguenze dell’utilizzo dei social network. Un prodotto che riesce a mescolare perfettamente la suspense di un thriller psicologico con l’impatto emotivo di una narrazione sociale. Sesso, riscatto, intrighi: tutto viene alimentato da un click. Una serie che non delude e che merita di essere vista.