Nel marzo del 1955, all’età di soli 15 anni, Colvin salì sull’autobus e si sedette nella sezione riservata ai bianchi. Quando un passeggero bianco salì sull’autobus e chiese di sedersi lì, l’autista ordinò a Colvin e altre tre persone afroamericane di alzarsi e di spostarsi in piedi nella parte posteriore dell’autobus. Mentre le altre persone si alzarono e si spostarono, Colvin si rifiutò di fare lo stesso.
La ragazza sosteneva di avere il diritto di sedersi dove voleva sull’autobus, in quanto cittadina degli Stati Uniti d’America. Tuttavia, questo suo atto di protesta non fu ben accolto dai bianchi della città, che non apprezzavano la sua audacia.
A differenza di Rosa Parks, Claudette Colvin non ebbe un ruolo centrale nel movimento per i diritti civili e spesso la sua storia veniva ignorata o minimizzata.
Tuttavia, rispetto a Parks, Colvin aveva un vantaggio certamente invidiabile: la giovinezza. Mentre Rosa Parks era una figura adulta e con una vita stabile, Claudette Colvin era ancora una studentessa. Questo significava che, sebbene l’impatto del suo gesto sulle leggi fosse stato limitato, Claudette Colvin aveva tutta la vita davanti a sé per diventare, un giorno, una grande figura del movimento per i diritti civili.
Purtroppo, le cose non andarono così: la sua vita fu un po’ pericolosa, e rimase sotto il controllo della fazione più radicale e violenta del movimento che la espose al rischio di violenza da parte dei bianchi, per questo fu anche esclusa dal movimento da altri leader.
Claudette Colvin non diventò una figura di spicco del movimento civile americano, ma la sua coraggiosa presa di posizione ha avuto un impatto significativo sulla lotta per la libertà e l’uguaglianza in America.
Nel 2019, Colvin ha ricevuto finalmente il riconoscimento che meritava. Il governo degli Stati Uniti ha annunciato che avrebbe emesso una medaglia d’oro del Congresso postuma, dedicata a Colvin, il cui presidente aveva scritto una lettera che la ringraziava “per il coraggio murato nelle ossa, la determinazione incespicabile e la capacità di soffrire”.
Il suo coraggio di resistere alle ingiustizie rappresenta una fonte di ispirazione per molte persone che lottano ogni giorno per i loro diritti. La storia di Claudette Colvin ci insegna che anche le persone più giovani e meno conosciute possono fare la differenza, e che la lotta per i diritti civili è una battaglia in cui ognuno di noi dovrebbe impegnarsi.