Il film è suddiviso in due parti: nella prima, assistiamo alle difficoltà che Franklin incontra nell’essere accettato dalla comunità studentesca e dagli insegnanti della scuola. Il ragazzo, infatti, è visto con sospetto e diffidenza da quasi tutti i suoi compagni di classe, che lo considerano un diverso e non lo accolgono a braccia aperte. Gli insegnanti, invece, cercano di integrarlo a tutti i costi, organizzando per lui attività di gruppo e proponendogli condotte esemplari da seguire.
La seconda parte del film, invece, ci presenta il cambio di rotta di Franklin. Dopo essersi legato con un compagno di classe, Timothy (interpretato da Rob Lowe), il giovane héro si apre al mondo, diventando sempre più consapevole di sé e delle proprie capacità. La relazione tra Franklin e Timothy, tuttavia, viene vista con sconcerto dai loro coetanei e dagli insegnanti, che tentano in ogni modo di spezzarla.
Class è un film che, pur essendo vecchio di quasi quarant’anni, resta ancora oggi attuale e, in un certo senso, profetico. La questione della integrazione razziale, infatti, resta ancora oggi un tema scottante, che divide le persone e le società. Il film ci mostra come il pregiudizio e la diffidenza siano state – e siano ancora – le principali cause dell’isolamento e della discriminazione verso le minoranze, e mai come oggi è importante denunciarle e combatterle.
Il cast del film è di prim’ordine: oltre a McCarthy e Lowe, troviamo attori del calibro di Jacqueline Bisset e Cliff Robertson, che interpretano rispettivamente la madre di Timothy e il preside della scuola. Tutti gli interpreti, guidati dalla regia eclettica di Carlino, trovano un equilibrio perfetto tra comicità e dramma, donando alla pellicola una marcia in più e un’attualità senza tempo.
In definitiva, Class è un film che sa spingere il pubblico ad andare oltre le apparenze, a guardare al cuore delle persone e a riconoscere la bellezza dell’individualità. Un invito alla tolleranza e alla comprensione, che oggi, più che mai, dovrebbe essere accolto da tutti.