Clark Olofsson è un nome che suscita timore e curiosità al tempo stesso. Questo uomo, nato nel novembre del 1949 a Osterhaninge in Svezia, ha fatto parlare di sé a lungo per la sua vita criminale e le azioni che ha commesso negli anni ’70, quando la sua figura ha incrociato quella di molti altri criminali famosi come i membri della Baader-Meinhof, Raggi Laser e Branka.

La sua vita criminale è iniziata molto presto: già a sedici anni ha commesso la sua prima rapina a mano armata e fin da subito ha dimostrato di essere un uomo astuto e crudele, capace di utilizzare le armi e di non esitare a fare del male a chiunque gli si mettesse davanti.

La rapina più famosa che abbia mai commesso è stata quella alla banca di Norrmalmstorg, a Stoccolma, nel 1973. Olofsson e i suoi complici si sono trattenuti all’interno della banca per sei giorni, tenendo in ostaggio quattro impiegati. La rapina era destinata a finire male, ma i rapinatori hanno dimostrato di essere molto abili e intelligenti, negoziando con le autorità e ottenendo perfino delle pizze da mangiare all’interno della banca.

La rapina di Norrmalmstorg è stata la prima in cui è stato utilizzato il termine “sindrome di Stoccolma”, un fenomeno psicologico che avviene quando un ostaggio sviluppa un legame emotivo con il suo rapitore e difende la sua causa.

Olofsson è stato arrestato numerose volte nel corso della sua vita, ma nonostante ciò ha sempre continuato a commettere crimini. Nel 1993 è stato condannato per aver tentato di rubare la corona del re di Svezia e nel 2002 è stato arrestato a Bangkok per possesso di droga.

Olofsson è una figura controversa in Svezia: alcuni lo vedono come un eroe della lotta contro l’establishment e la società capitalista, altri come un criminale violento e senza scrupoli. C’è chi lo considera un uomo intelligente e astuto, capace di usare il suo fascino personale per manipolare gli altri, e chi invece lo giudica un psicopatico senza alcun tipo di empatia per gli altri.

In ogni caso, Olofsson è comunque una figura importante nella storia criminale della Svezia e il suo nome rimarrà per sempre legato alla rapina di Norrmalmstorg e alla sindrome che ha fatto emergere. Oggi, a quasi settant’anni, vive a Stoccolma insieme alla sua compagna e si dice che stia scrivendo un libro sulle sue esperienze criminali, un’opera che sicuramente farà parlare di sé e susciterà ancora una volta l’interesse di tutti quelli che sono affascinati dal mondo del crimine.

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