Il successo arriva presto, e nel 1969 Carlo Clerici vince il premio “Compasso d’Oro” per una lampada da tavolo. Da lì in poi la fama di Clerici si consolida e lavora su numerosi progetti di architettura, design e interni. Tra le sue realizzazioni più importanti si possono citare la ristrutturazione dell’Hotel Pierre a New York, la stazione della metropolitana di Lima (Perù) e il quartiere residenziale di via Alvaro del Portillo a Roma.
Il lavoro di Carlo Clerici è sempre stato caratterizzato da una grande attenzione per il dettaglio e per l’armonia tra spazio, materiali e luce. Inoltre, il suo approccio alla progettazione è stato sempre estremamente pragmatico, ponendo al centro la funzionalità e il benessere degli utenti. Grazie a questo, le sue opere si integrano perfettamente nell’ambiente circostante e divengono vere e proprie “città nellla città”.
Ma Carlo Clerici non si è limitato a progettare edifici. Nel corso degli anni ha sviluppato anche una notevole attività di insegnamento, tenendo lezioni e seminari in diverse università italiane e straniere. Inoltre, ha collaborato con numerosi magazine di design e architettura, arricchendo il dibattito culturale del settore con la sua voce autorevole.
Una delle caratteristiche che rendono il lavoro di Carlo Clerici così apprezzato è la sua capacità di mescolare tradizione e innovazione. Il designer milanese infatti, non si limita a seguire le ultime mode, ma cerca sempre di mantenere un legame con la storia dell’architettura italiana e mondiale. Il risultato è una produzione di grande raffinatezza, capace di rispondere alle esigenze del presente senza perdere di vista la memoria storica.
Purtroppo, Carlo Clerici si è spento nel 2008 a seguito di una lunga malattia, ma il suo talento e la sua eredità creativa continuano a influenzare il mondo dell’architettura e del design. Infatti, molte delle sue opere sono ancora oggi considerate esempi di eccellenza sia a livello nazionale che internazionale.
In conclusione, Carlo Clerici è stato un architetto di straordinario talento, capace di coniugare estetica, funzionalità e sostenibilità in modo armonioso e bilanciato. La sua eredità è quella di un professionista che ha lasciato un’impronta profonda nella storia dell’architettura italiana, e che ha saputo innovare e mantenere un legame con le radici culturali del nostro paese.