Trautmann è cresciuto durante il periodo del nazismo in Germania e, come molti giovani tedeschi dell’epoca, è stato inviato a una scuola militare. Durante la Seconda Guerra Mondiale, si unì alle forze armate tedesche e prestò servizio come soldato nella Luftwaffe. Fu fatto prigioniero di guerra alleato durante uno scontro nel nord della Francia e fu mandato in un campo di prigionia in Inghilterra.
La sua vera avventura cominciò quando, nell’autunno del 1948, lasciò il campo di prigionia per andare a vivere con una coppia di sua conoscenza a St. Helens, nel Lancashire. Lì, il giovane ex soldato tedesco si fece un nome come portiere del St. Helens Town FC. Fu visto da una spia del Manchester City e gli fu offerto di giocare nella squadra. Fu ingaggiato il 19 ottobre 1949.
Inizialmente, il pubblico e la stampa inglese furono ostili nei confronti di Trautmann perché era tedesco e molti inglesi avevano perso amici e parenti durante la guerra. Tuttavia, il portiere si rivelò un atleta straordinario e presto guadagnò la stima e il rispetto degli appassionati di calcio inglesi.
La sua carriera al Manchester City culminò nella finale di FA Cup del 1956, in cui Trautmann giocò da eroe nonostante aver subito una frattura alla clavicola. Questa partita è stata memorabile per la sua eccezionale capacità di respingere i tiri avversari, consentendo alla sua squadra di conseguire una vittoria storica.
Dopo la sua carriera calcistica, Trautmann si trasferì in Spagna dove fondò una scuola di calcio per giovani. Tornando in Inghilterra e sposandosi, iniziò il lavoro di impresa come agente di vendita dell’industria sportiva.
Trautmann ha vissuto in Inghilterra fino alla sua morte nel 2013, all’età di 89 anni. Durante tutta la sua vita, ha dimostrato di essere un uomo di grande tenacia e coraggio, che si è adattato ai cambiamenti della vita e ha affrontato le sfide con grande umiltà e dignità.
La sua straordinaria storia di vita è servita a rompere le barriere culturali e a dimostrare che anche in momenti difficili è possibile superare gli ostacoli e perseguire i propri obiettivi con passione e perseveranza. La sua eredità vivrà per sempre nella memoria del calcio e della gente che ha avuto il privilegio di conoscerlo.