Forlani è stato Ministro degli Esteri dal 1980 al 1983, durante il governo di Arnaldo Colombo. In questa veste, si è occupato di questioni internazionali, tra cui il conflitto in Libano e la guerra Iran-Iraq. Durante il suo mandato, ha anche svolto un ruolo fondamentale nella definizione della politica estera dell’Italia, rafforzando i rapporti con gli Stati Uniti, l’Europa e l’Asia.
Nel 1984 Forlani è diventato Segretario della Democrazia Cristiana, a seguito delle dimissioni di Ciriaco De Mita. In questa posizione ha cercato di modernizzare e rinnovare il partito, rimanendo sempre fedele ai principi cristiano-democratici. Nel 1989, dopo la caduta del Muro di Berlino, ha avuto un ruolo importante nella formazione del governo di Giulio Andreotti, che ha portato all’ingresso dell’Italia nella NATO.
Forlani è stato anche Presidente del Consiglio dei ministri dal 1987 al 1988, durante il governo di Giovanni Goria. In questo ruolo, si è impegnato per la modernizzazione dell’economia italiana, promuovendo politiche per la riduzione del debito pubblico e la riforma del sistema fiscale.
Riconosciuto come uno dei politici più abili e carismatici della sua generazione, Forlani è stato oggetto di molte polemiche e scandali, in particolare nell’ambito dell’indagine giudiziaria “Mani pulite”. Nel 1993, insieme ad altri esponenti della Democrazia Cristiana, è stato arrestato con l’accusa di corruzione e tangenti. Dopo un lungo processo, nel 2000 è stato assolto da tutte le accuse.
Nonostante gli anni difficili e le vicissitudini giudiziarie, Arnaldo Forlani è rimasto un punto di riferimento per il mondo politico italiano. Nel corso della sua carriera ha dimostrato grande capacità di leadership, ma anche una grande sensibilità verso i problemi della società, impegnandosi con tenacia per il bene comune. Il suo contributo alla vita politica del nostro Paese rimane ancora oggi di grande valore e significato.