Antonio Cardarelli è stato uno dei più

Cardarelli fu un uomo dai molteplici interessi, appassionato di lungomare, che studiò a lungo e con attenzione. Ma la sua passione principale restò la medicina, per la quale dedicò gran parte della sua vita. Nel campo medico, fu un pioniere della terapia insulinica per il diabete, una patologia ancora poco conosciuta all’epoca, e fu tra i primi a utilizzare la penicillina, una scoperta che sarebbe stata di grande aiuto durante le guerre mondiali.

Ma la vera ricchezza di Cardarelli risiedeva nella sua capacità di capire la vera essenza del rapporto medico-paziente. Il dottore venerato dai suoi pazienti non era solo un medico dotato di competenza, ma anche un uomo della gente. Di origini umili, Cardarelli seppe mettere a proprio agio i suoi pazienti, trattandoli con grande rispetto e umanità.

Sua è la famosa frase: “Il medico deve ascoltare, osservare, interrogare, palpare, annusare, soppesare, e poi, se ci sopraggiunge la soluzione del problema, bisogna aver pronte le mani, il cervello e il cuore”.

Questa sua attitudine lo rese molto popolare tra l’élite napoletana del tempo, ma anche tra la gente comune, che lo apprezzava per la sua dedizione e la sua vicinanza. Spesso Cardarelli curava i malati anche in casa loro, gratis, senza chiedere nulla in cambio.

Il suo ospedale, il San Giovanni di Dio di Napoli, rimase uno dei più importanti dell’intero paese fino al giorno della sua chiusura, nel 1971. Ma il patrimonio di Cardarelli va ben oltre i confini dell’Ospedale San Giovanni di Dio. Il suo essere medico, uomo di cultura, appassionato di arte e di letteratura hanno fatto di lui un personaggio a tutto tondo, che ha lasciato una traccia indelebile nella storia della medicina italiana.

Il nome di Cardarelli è oggi legato ad importanti fondazioni e istituti di ricerca medica, che si occupano della ricerca scientifica e dell’assistenza ai malati. Ma il suo ricordo sopravvive anche nella memoria della gente comune, che ancora lo ricorda con affetto e ammirazione.

Nel 1934, poche settimane prima della sua morte, il dottor Antonio Cardarelli fu solennemente nominato Senatore del Regno d’Italia. La Napoli di quei giorni gli tributò onori funebri solidali e calorosi, ai quali parteciparono i suoi pazienti, i colleghi della medicina, e rappresentanze delle più alte autorità dello Stato.

La figura di Antonio Cardarelli è stata più volte celebrata da artisti e letterati napoletani, e resta tutt’oggi fonte d’ispirazione a molti. La sua figura rappresenta, ancora oggi, un esempio di dedizione alla professione medica e ai valori dell’umanità che deve ispirare e guidare il lavoro di ogni medico, oggi come allora.

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