Negli anni ’90 ha iniziato la sua attività come direttore, prima al settimanale Panorama e successivamente al quotidiano l’Avanti. Nel 2007 è stato nominato direttore de Il Giornale, quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi.
Durante i suoi anni alla guida del quotidiano, Sallusti si è distinto per la sua linea editoriale conservatrice e fortemente critica nei confronti del governo di centro-sinistra guidato da Romano Prodi. In particolare, ha dedicato ampio spazio alla denuncia dei fenomeni di immigrati clandestini e alla critica del multiculturalismo.
Nel 2010, tuttavia, la sua carriera giornalistica ha subito una brusca frenata. Sallusti è stato infatti condannato in primo grado per vilipendio nei confronti del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in seguito alla pubblicazione di alcuni articoli sulle sue presunte simpatie per il Partito Comunista.
In seguito alla condanna in primo grado, Sallusti ha deciso di dimettersi dalla direzione de Il Giornale, ma è stato poi richiamato dalla famiglia Berlusconi, che l’ha confermato alla guida del quotidiano.
Nel 2012, tuttavia, la condanna è stata confermata anche in appello, e Sallusti è stato condannato a 14 mesi di reclusione e una multa di 40.000 euro. La condanna ha scatenato un acceso dibattito sulla libertà di stampa, con molti giornalisti e opinionisti che si sono schierati a difesa di Sallusti.
In seguito alla condanna, Sallusti ha deciso di rinunciare alla sua carriera giornalistica e di dedicarsi alla scrittura. Nel 2015 ha pubblicato il suo primo romanzo, intitolato “L’addio”, una commovente storia d’amore ambientata nel mondo dell’alta finanza.
Il romanzo ha ricevuto un riscontro positivo da parte della critica e del pubblico, e Sallusti si è affermato come uno dei più promettenti talenti della narrativa italiana contemporanea.
Inoltre, Sallusti ha continuato a esprimere il suo punto di vista politico, attraverso la scrittura di articoli e commenti su importanti quotidiani italiani come il Corriere della Sera e il Foglio.
In particolare, si è distinto per la sua critica all’immigrazione clandestina e alla politica di accoglienza del governo italiano. Nelle sue opere ha evidenziato i problemi derivanti dall’eccessiva immigrazione clandestina, spesso associata a fenomeni di criminalità organizzata.
In conclusione, Alessandro Sallusti rappresenta uno dei giornalisti italiani più noti e controversi degli ultimi decenni. A dispetto delle vicende giudiziarie che hanno segnato la sua carriera, Sallusti ha dimostrato di essere un talento eclettico, capace di esprimersi con successo sia nella scrittura giornalistica che nella narrativa.