Le nutrie sono roditori semiacquatici (note anche come coypu) che si sono diffuse in molti corsi d’acqua italiani. La loro presenza modifica habitat, canali e zone umide, creando conflitti con agricoltura e manutenzione. Se non gestite, queste popolazioni possono compromettere argini, colture e infrastrutture irrigue.

Le nutrie scavano, tagliano vegetazione e spostano sedimenti, alterando corsi d’acqua e danneggiando coltivazioni. In questa guida trovi impatti chiave, ciclo di vita e strategie pratiche per prevenire e contenere, nel rispetto delle regole e con soluzioni sostenibili.

Perché le nutrie alterano corsi d’acqua?

Le nutrie cambiano fisicamente i corsi d’acqua scavando cunicoli e tagliando piante riparie. In breve, spostano terra e vegetazione e modificano la stabilità delle sponde e il flusso.

In che modo le nutrie danneggiano gli argini?

Scavando più ingressi e camere di sosta, formano gallerie che attraversano l’argine. Quando il livello sale, l’acqua entra e allarga i vuoti. Questa attività accelera l’erosione degli argini e aumenta il rischio di cedimenti e allagamenti.

Le nutrie riducono anche la copertura vegetale lungo le sponde, favorendo frane superficiali. La vegetazione recisa lascia il suolo nudo e più esposto al ruscellamento. Il sedimento rilasciato rende maggiore la torbidità dell’acqua, con ripercussioni su pesci, macroinvertebrati e qualità ecologica.

Lo scavo di nutria indebolisce gli argini e le infrastrutture di irrigazione, con aumento del rischio di erosione e allagamenti.

European Environment Agency (EEA) — Invasive alien species: Myocastor coypus profile, 2022. Tradotto dall’inglese.
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Nutria burrowing undermines riverbanks and irrigation infrastructure, increasing erosion risk and flooding.

Che impatti hanno sulle coltivazioni?

Le aziende agricole subiscono effetti diretti e indiretti dalle nutrie. Qui si riassumono gli impatti tipici e come si presentano in campo, con esempi pratici.

In pianura, i campi di mais e le risaie sono fra i più esposti. Gli animali brucano piantine e spighe, aprono varchi nelle arginature e ostruiscono chiuse. In particolare, i danni alle colture di riso possono estendersi su bordure di appezzamento e lungo i canali aziendali, rendendo difficile la gestione dell’acqua.

Oltre alla perdita diretta di biomassa, i guasti all’irrigazione fanno salire i costi. Perdite da canali, chiuse inceppate e sifoni spostati portano a turnazioni più lunghe e stress idrico. La conseguenza può essere una perdita di resa in ettari di margine, soprattutto in annate siccitose.

Come si manifesta il danno nel quotidiano?

Segni tipici sono piante tagliate a pochi centimetri, tracce di passaggio fangose e feci cilindriche sulle sponde. In aree orticole, risultano frequenti rosicchiature su ortaggi teneri e la rottura delle condotte secondarie vicino ai passaggi abituali.

Come vivono, si nutrono e si riproducono?

Capire l’ecologia della nutria aiuta a scegliere interventi efficaci. Di seguito dieta, abitudini e tempi riproduttivi, con indicazioni utili per pianificare il controllo.

Myocastor coypus è attivo soprattutto al crepuscolo e all’alba. Nuota bene e usa canali e fossi come vie di spostamento. Si ciba di erbe palustri, rizomi e colture di bordo, seguendo una dieta prevalentemente vegetale adattabile alla stagione e alla disponibilità locale.

La riproduzione è potenzialmente continua nelle aree miti. In media, le femmine possono avere 2–3 parti all’anno con 4–6 piccoli e una gestazione di circa 130 giorni. Questo significa che piccole colonie possono crescere in pochi mesi. In condizioni favorevoli, la popolazione mostra una riproduzione rapida e diffusa.

Dove costruiscono le tane?

Preferiscono argini erbosi e terreni limosi, dove scavano gallerie con ingressi sia in acqua sia a terra. Le tane possono estendersi per metri e avere diversi sbocchi, riducendo la stabilità della sponda. In assenza di scavo, riposano in nidi di vegetale fra canneti fitti.

Quali metodi di controllo funzionano davvero?

La gestione richiede metodo, legalità e coordinamento. In molti contesti, il trappolaggio in gabbia è la soluzione più praticabile, ma va affiancato a prevenzione e manutenzione.

  1. Trappolaggio in gabbia. Usare gabbie robuste, innescate con verdure o frutta, posizionate sui passaggi. Collocare le trappole in sicurezza, lontano da strade e aree pubbliche, e proteggere da pioggia e sole.
  2. Ispezione giornaliera. Controllare ogni postazione al mattino, registrando catture e non catture. Riduce sofferenza animale e consente di spostare rapidamente i dispositivi meno efficaci.
  3. Manutenzione degli argini. Tagliare erbe alte e canneti in modo selettivo per ridurre coperture. La sponda curata tiene lontane tane stabili e rende visibili i nuovi scavi.
  4. Recinzioni localizzate. Usare reti elettrosaldate o maglie strette all’ingresso di orti e vivai. Interrare la base di 30–40 cm per ostacolare lo scavo sotto la rete.
  5. Barriere metalliche su chiuse e tombini. Piastre o griglie riducono l’accesso e impediscono la dislocazione di pezzi. Sono utili soprattutto in tratti con passaggi abituali.
  6. Rimozione di rifugi. Eliminare cumuli di vegetale e legna ammassata vicino all’acqua. Meno rifugi equivalgono a meno siti di riposo e minore permanenza.
  7. Coordinamento territoriale. Agire per bacino o comprensorio, coinvolgendo confinanti e consorzi. Azioni isolate funzionano poco se a valle restano popolazioni sorgente.

Il trappolaggio in gabbia, eseguito da personale formato, è la tecnica preferibile nelle aree agricole, con verifica quotidiana delle catture per il benessere animale.

ISPRA — Linee guida per la gestione della nutria (Myocastor coypus), 2018.

Come prevenire nuove infestazioni in modo sostenibile?

Prevenire è spesso più economico che intervenire dopo. Una buona progettazione del sito riduce attrattività e opportunità di insediamento.

La prima leva è la gestione dell’habitat. Mantenere sponde pulite, pendenze dolci e canali liberi da sedimenti limita rifugi e vie d’accesso. Dove possibile, consolidare i tratti fragili con geostuoie o massi ben ancorati. Evitare ristagni e ristabilire il deflusso riduce cibo e riparo.

La seconda leva è un monitoraggio continuo. Contare avvistamenti, tracce e nuove tane su una mappa semplice aiuta a capire dove concentrare gli sforzi. Appuntare date e condizioni meteo rende confrontabili i dati nel tempo e facilita le decisioni.

Regole pratiche per nutrie

  • Usa trappole a gabbia solo con autorizzazione.
  • Non impiegare veleni: rischiosi per fauna e acqua.
  • Rafforza argini e scarichi con reti o massi.
  • Proteggi l’orto con recinzioni metalliche interrate.
  • Rimuovi rifugi: canneti densi e cumuli di vegetale.
  • Coordina gli interventi con consorzi di bonifica.

Qual è il quadro normativo da rispettare?

Norme europee e regionali fissano cosa è consentito e chi può intervenire. È essenziale informarsi prima di iniziare qualsiasi attività di controllo.

La nutria in Italia rientra tra le Specie esotiche invasive (SEI), una categoria che include organismi introdotti dall’uomo e capaci di creare impatti ecologici ed economici. Le SEI richiedono prevenzione, rimozione rapida quando nuove e gestione dove sono già diffuse, con metodi selettivi e tracciabili.

Il Regolamento (UE) n. 1143/2014 è stato adottato nel 2014 ed è applicabile dal 1º gennaio 2015, con tre pilastri: prevenzione, eradicazione rapida e gestione. Le regioni definiscono procedure operative, soggetti abilitati e periodi. In molti casi servono permessi regionali o l’affiancamento di personale formato per le operazioni di cattura.

Domande frequenti sulle nutrie

Queste risposte chiariscono dubbi comuni su rischi, riconoscimento dei segni e gestione pratica. Verifica sempre le regole locali prima di agire.

La nutria è pericolosa per l’uomo?

La nutria tende a fuggire e non attacca. Il rischio principale riguarda morsi difensivi di animali intrappolati e possibili contaminazioni in acque sporche. Usare guanti e attrezzi adeguati riduce i rischi.

Come riconoscere le tane di nutria?

Cerca ingressi ovali alla base della sponda, passaggi fangosi e piccoli cumuli di terra fresca. Spesso sono presenti due sbocchi: uno in acqua e uno a pochi metri sulla riva.

Qual è il periodo migliore per il controllo?

Intervieni quando i livelli sono bassi e la vegetazione è meno fitta, perché le tane sono più visibili. Evita periodi di riproduzione e coordina con gli enti competenti per rispettare i calendari.

Le recinzioni funzionano davvero?

Sì, se robuste e interrate 30–40 cm. Le maglie strette impediscono il passaggio lungo i punti abituali. Vanno ispezionate spesso per riparare varchi e sollevamenti.

Si possono spostare le nutrie altrove?

Il trasferimento è spesso vietato o sconsigliato perché diffonde il problema. Le normative privilegiano prevenzione, rimozione rapida e gestione locale, con personale qualificato e tracciabilità degli interventi.

Cosa ricordare sulle nutrie

  • Gli scavi e il taglio di vegetazione destabilizzano sponde e canali.
  • Le coltivazioni subiscono perdite dirette e guasti all’irrigazione.
  • Dieta e riproduzione favoriscono aumenti rapidi di popolazione.
  • Il controllo efficace combina trappole, prevenzione e manutenzione.
  • Le azioni devono rispettare normativa europea e regole regionali.

Gestire le nutrie richiede un approccio integrato: prevenzione, manutenzione attenta e interventi mirati dove necessario. Pianificare per comprensori, registrare i risultati e condividere i dati con vicini ed enti tecnici aiuta a ridurre i reinfestanti e a proteggere sponde e campi nel tempo.

Prima di iniziare, informati su autorizzazioni e procedure locali, coinvolgi consorzi e professionisti e valuta l’efficacia delle misure adottate. Così si tutelano coltivazioni e ambienti acquatici, mantenendo un equilibrio sostenibile per persone e natura.

Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo e di divulgazione. Per esso non è possibile garantire che sia esente da errori o inesattezze, per cui l’amministratore di questo Sito non assume alcuna responsabilità come indicato nelle note legali pubblicate in Termini e Condizioni
  1. REGOLAMENTO (UE) N. 1143/2014 - Testo consolidato (IT) | EUR-Lex
    Testo ufficiale in italiano del Regolamento (UE) n. 1143/2014 del 22 ottobre 2014, recante disposizioni per prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive. Versione consolidata attuale: 14/12/2019; formato HTML e PDF disponibili.
    eur-lex.europa.eu
  2. Nutria - Enciclopedia on line | Treccani
    Scheda enciclopedica (in italiano) su Nutria (Myocastor coypus): descrizione, biologia, ecologia, distribuzione, impatti ambientali ed economici e note storiche sull’introduzione in Europa e in Italia.
    treccani.it
  3. Piano di gestione nazionale della Nutria (Myocastor coypus) | ISPRA / SpecieInvasive.it
    Pagina informativa ISPRA contenente il Piano di gestione nazionale della Nutria adottato con Decreto MiTE del 27 ottobre 2021 (G.U. 10.12.2021, n.293) e link per scaricare il piano e il decreto; include indicazioni operative sulle misure di controllo, compreso l’uso di gabbie‑trappola e metodi autorizzati.
    isprambiente.it
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